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APPELLO PER CONTINUARE A RACCOGLIERE BENI DI PRIMA NECESSITÀ PER ORGANIZZARE DUE TIR DELLA SPERANZA PER L’UCRAINA

APPELLO DELLA FONDAZIONE AIUTIAMOLI A VIVERE ONG PER CONTINUARE A RACCOGLIERE BENI DI PRIMA NECESSITÀ PER ORGANIZZARE DUE TIR DELLA SPERANZA PER L’UCRAINA AVENDO COME PUNTI DI ARRIVO I CONVENTI DEI FRATI CAPPUCCINI A SIGHETU MARMATIEI PER YASINIA E DEI FRATI CONVENTUALI A ROMAN PER KIEV

Ci appelliamo ancora una volta alla generosità di tutti per organizzare due nuovi Tir della Speranza che saranno destinati uno a Padre Eugen a Sighetu Marmatiei e l'altro a Padre Lucian a Roman per far sì che l'appello alla speranza si traduca in gesti di concreta solidarietà.

Sono necessari prodotti alimentari a lunga conservazione (scatolame di ogni tipo e non contenitori in vetro), generatori di corrente, powerbank, prodotti atti a curare le ferite come garze, disinfettanti e cotone, sedie a rotelle, pannoloni per anziani ed ausili e MEDICINALI (clicca qui per visualizzare l’elenco dei farmaci necessari). NON È STATO RICHIESTO ABBIGLIAMENTO.

IBAN: IT13U0364601600526185907522 intestato a Pacifici – Fondazione

Causale: PROGETTO UCRAINA

Per tutte le informazioni potete rivolgervi alla Sede Nazionale, tramite la mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. o telefonando al 0744/279560.

Tratto dalla rivista “Vita” del 29/03/2023:

“Più di 5 milioni di persone sono sfollate, nelle aree più colpite dal conflitto il 60% delle famiglie ha difficoltà a trovare cibo, acqua e beni di prima necessità. «Le famiglie in Ucraina vivono in una condizione di estremo bisogno che continua a peggiorare ogni giorno perché la guerra fa sprofondare nella povertà sempre più bambini e genitori», dichiara Sonia Khush, direttrice di Save the Children nel Paese.

Due famiglie su cinque in Ucraina hanno estremo bisogno di mezzi di sostentamento e di beni di prima necessità e il Paese, un anno dopo l’intensificarsi del conflitto, sta affrontando tassi di sfollamento, inflazione e disoccupazione senza precedenti. Questo l’allarme lanciato oggi da Save the Children.

Secondo l'ultimo Rapporto sui bisogni multisettoriali dell’Ucraina dell’Ocha, l’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari comunitari, più del 40% delle famiglie ha dichiarato di avere difficoltà a soddisfare le esigenze quotidiane di cibo, acqua e beni di prima necessità, nelle aree più colpite dai combattimenti, nell'Est e nel Sud del Paese, il numero sale al 60%. La Banca Nazionale Ucraina il mese scorso ha stimato un tasso di inflazione del 25%, con il costo dei prodotti che è cresciuto della metà nelle regioni orientali. A settembre, un consumatore su cinque in Ucraina ha dichiarato di non potersi permettere l’acquisto dei prodotti disponibili nei negozi.

Anna e i suoi tre figli riescono a stento a far fronte alle spese nella loro nuova casa nell’Ucraina occidentale. A settembre sono stati evacuati dalla loro città natale nel Donbass e all’inizio sono stati costretti a condividere un appartamento con altre persone. Avevano da parte qualche risparmio, ma non erano in grado di far fronte alle spese per l'affitto, il cibo e i vestiti e Save the Children ha fornito loro sostegno economico per assicurare i bisogni di prima necessità. «Abbiamo comprato le scarpe per l'inverno, il cibo e tutto ciò che ci serviva», ha raccontato Maksym, suo figlio di 17 anni. Ma più di ogni altra cosa, la famiglia di Anna* vuole tornare a casa. «Come madre, voglio che abbiano tutto», ha raccontato Anna. «Prima ero in grado di fornire ai miei figli tutto ciò di cui avevano bisogno. Quanto a lungo potremo vivere qui dipende dai fondi che abbiamo», conclude Anna.

In Ucraina, 5,3 milioni di persone si trovano ancora lontano da casa e per le famiglie sfollate la necessità di assistenza finanziaria cresce di giorno in giorno. Una persona su quattro è attualmente disoccupata perché molti faticano a trovare un lavoro stabile nel loro luogo di residenza temporaneo. Alcuni di loro scelgono di tornare nelle città d'origine devastate dalla guerra lavorare. È il caso, per esempio, della famiglia di Anton*, 12 anni. Lo scorso marzo, con i suoi genitori ha lasciato Kharkiv per spostarsi nell'Ucraina occidentale, a causa dei continui bombardamenti. Qualche mese dopo, il padre di Anton è stato costretto a tornare. «Mio marito è stato richiamato al lavoro», racconta Olha, madre di Anton. «I miei figli sono preoccupati, chiedono continuamente quando papà tornerà a vivere con noi e quando saremo di nuovo tutti insieme. Non passa giorno che non ci pensino».

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A SOSTEGNO DEI PROGETTI:
Causale: PROGETTO UCRAINA
Causale: PROGETTO TERNI X TERNI = DONNA
Causale: PROGETTO SPESA PERSONALIZZATA

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