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XXXV anniversario del disastro nucleare di Chernobyl: la relazione del Presidente Dott. Fabrizio Pacifici

 

 

PRESENTAZIONE DELL’INIZIATIVA DEL PRESIDENTE DELLA FONDAZIONE AIUTIAMOLI A VIVERE, DOTT. FABRIZIO PACIFICI PRIMA DELL’INIZIO DELLA SANTA MESSA NELLA CHIESA SAN GIUSEPPE LAVORATORE – TERNI 26/04/2021

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Ringrazio Padre Sergio Cognigni e Padre Luigi Faraglia per la loro disponibilità, per la loro attenzione, per la loro vicinanza alla Fondazione Aiutiamoli a Vivere. Siamo qui questa mattina, 26 aprile 2021, per ricordare il disastro nucleare del 26 aprile 1986, e soprattutto per ricordare tutti quei bambini che non ce l’hanno fatta, che a seguito del disastro nucleare non sono più con noi. Per ricordare tutte quelle famiglie, tutte quelle persone che hanno dato la propria vita per riuscire a scongiurare quel disastro che poteva essere ancor più catastrofico rispetto a tutto il male che ha fatto alla popolazione bielorussa (a quel tempo Unione Sovietica). E tutto è partito da questa Chiesa, ed è per questo che abbiamo pensato di celebrare questa Messa, proprio in questa chiesa; a quel tempo c’era Padre Vincenzo Bella, qui vicino a me, e, come stamattina ha fatto Padre Sergio, mi diede la parola – era una domenica, in una Messa normale – per fare un appello, per chiedere a tutte le famiglie presenti (non era un periodo di pandemia ovviamente, e la chiesa era strapiena, come sempre tutte le domeniche,) e qui a Terni, nella nostra città , nel nostro quartiere io feci quell’appello e da lì iniziò tutto il movimento straordinario che ha salvato oltre 600.000 bambini. Ecco, stamattina vogliamo celebrare questa Messa per ricordare tutti coloro che non sono riusciti ad essere ancora qui con noi, che non ce l’hanno fatta; per ricordare e ringraziare Padre Vincenzo, che non è più qui con noi ma che ci guarda da lassù, perché continua a essere vicino a me, vicino a tutti voi e vicino alla Fondazione “Aiutiamoli a Vivere”. Per ringraziare il Signore per averci dato la forza di continuare a essere qui; e soprattutto per pregare la Madonna della Fondazione “Aiutiamoli a Vivere”, alla quale ci siamo consacrati, per cercare di tornare ad abbracciare questi bambini con la preghiera che faremo questa mattina con questa Santa Messa. Lasciatemi ringraziare il Console Dmitry Yarmolyuk qui davanti a me, che dopo due anni è potuto ritornare in mezzo a noi partecipando anche lui alla cerimonia nella speranza di poter far ripartire l’accoglienza, lui dando le autorizzazioni per farli venire in Italia, noi con tutte le famiglie pronte ad accogliere i bambini come sempre, da trent’anni a questa parte. Sono passati trentacinque anni dal disastro e la fondazione dal 1991 non ha smesso di ospitare i bambini e continua a farlo. Per questo celebreremo questa Santa Messa.

ACCENSIONE DI DUE CERI ALLA MADONNA DELLA FAV- ONG PER TUTTI I BAMBINI PERSI A SEGUITO DEL DISASTRO NUCLEARE DI CHERNOBYL E PER LA RIPRESA DELL’ACCOGLIENZA TEMPORANEA TERAPEUTICA INTERROTTA PER LA PANDEMIA

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Come diceva Padre Sergio, noi abbiamo pensato di chiudere questa Santa Messa con una preghiera per tutti voi e per tutta la Fondazione “Aiutiamoli A Vivere”, alla presenza del console dell’Ambasciata di Belarus in Italia che ringrazio per aver partecipato e che chiamerò per una sua riflessione personale ed a nome del governo Bielorusso rivolta a tutte le famiglie italiane ed a tutte le organizzazioni che come la nostra hanno dato origine a questo straordinario movimento. Questa preghiera alla Madonna della Fondazione Aiutiamoli a Vivere nasce il 26 maggio 2019 a Osimo, quando abbiamo capito, tutti insieme, che era giunto il momento di affidare tutto il nostro percorso e tutta la nostra vita alla Madonna in virtù di quello che siamo riusciti a costruire e di quello che vogliamo continuare a costruire. Per questo, adesso, abbiamo bisogno anche di accendere questa speranza simboleggiata da due candele, dopo questo anno e mezzo di pandemia, che ci ha coinvolti tutti, ed in particolare modo la direttrice Cicoria Daniela e mia figlia Federica che lavora all’interno della Fondazione Aiutiamoli A Vivere che sono state colpite fortemente dalla malattia. Per questo motivo rivolgiamo un ulteriore ringraziamento alla Madonna per averci permesso, quasi con un miracolo, di averle qui con noi anche oggi. (non sto qui a raccontare tutte le peripezie che hanno dovuto subire). Un ulteriore ringraziamento alla Madonna per averci permesso di creare questa fondazione, ma un pensiero va a tutti quelli che non siamo riusciti a salvare e che vogliamo ricordare e rendere grazie a Dio con un cero, ricordarli e ricordare che ce ne sono tanti altri come loro che grazie al nostro impegno sono qui in mezzo a noi. Perché non dobbiamo dimenticarci che sono passati trentacinque anni. Noi abbiamo cominciato ad accoglierli che ne avevano sette, immaginatevi che adesso hanno le loro famiglie, i loro bambini, e che stiamo ospitando i figli di quei gruppi di bambini che avevamo ospitato per primi. L’altro cero come segno di speranza e di voglia di continuare ad accogliere i bambini bielorussi convinti che questa pandemia cesserà e che tutte le famiglie in Italia continueranno ad alimentare questo gesto di amore e solidarietà che tante vite ha salvato e tante ne potrà continuare a salvare.

 

PREGHIERA ALLA MADONNA DELLA FAV ONG

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“Vergine Maria Madre della Fondazione “Aiutiamoli A Vivere” e Madre nostra, con rinnovata gratitudine uniamo la nostra voce a quella di tutte le generazioni che ti dicono Beata perché ti sei fidata di Dio e con il tuo sì alla Sua volontà hai ridato al mondo una speranza nuova. Celebriamo in te le grandi opere di Dio, che mai si stanca di chinarsi con misericordia sull’umanità, afflitta dal male e ferita dal peccato, per guarirla e salvarla. Accogli con Benevolenza di Madre l’atto di affidamento che oggi ti rivolgiamo con fiducia dinanzi a questa tua immagine. Siamo certi che ognuno di noi è prezioso ai tuoi occhi e che nulla ti è estraneo di tutto ciò che abita nei nostri cuori. Ci lasciamo raggiungere dal tuo dolcissimo sguardo e riceviamo la consolante carezza del tuo sorriso. Custodisci la nostra vita tra le tue braccia, benedici e rafforza ogni desiderio di bene, ravviva e alimenta la fede, sostieni e illumina la speranza, suscita e anima la carità, guida tutti noi nel cammino della santità. Insegnaci il tuo stesso amore di predilezione per i piccoli e i poveri, per gli esclusi e i sofferenti, per i peccatori e gli smarriti di cuore: raduna tutti sotto la tua protezione. Ti raccomandiamo tutti i bambini del mondo e in modo particolare quelli che sono nel bisogno per motivi di povertà, di salute o perché feriti nel corpo e nell’ amore o abbandonati. A te affidiamo la Fondazione “Aiutiamoli a Vivere”, la nostra missione, ogni iniziativa, i nostri progetti, ogni fatica e ogni gioia. Fa’ che tutto concorra al bene e alla costruzione di un mondo sempre nuovo basato sull’ amore di Dio, sulla solidarietà, sull’ accoglienza, sulla condivisione. Con te ci impegniamo ad essere costruttori di speranza e testimoni credibili e gioiosi dell’amore di Dio per ciascuno di noi e per coloro che ci sono affidati. Con te vogliamo essere proposta viva e mettere basi nuove su cui costruire questo terzo millennio dell’era Cristiana. Madre e regina della Fondazione “Aiutiamoli a Vivere”, noi ci affidiamo a te, Amen.”

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A nome della Fondazione “Aiutiamoli a Vivere”, di tutti i comitati che sono qui collegati e che non potevano partecipare, a nome di tutte le famiglie italiane accoglienti i bambini bielorussi, ringrazio il Console qui presente e fornisco a lui una preghiera, più che un messaggio, non seguendo il solito protocollo degli incontri istituzionali. Oggi non è un giorno qualunque, oggi non è tempo di protocolli e dell’istituzionalizzazione degli incontri: oggi è tempo di essere “fratelli tutti”, come ci insegna il Papa e come ci hanno ricordato Padre Sergio e Padre Luigi qui presenti insieme a noi, che ci hanno accompagnato e continuano a farlo. Ringrazio tutti i Frati Minori Conventuali che mi accolsero nella loro famiglia con Padre Vincenzo Bella, con Padre Francesco Santinelli, Padre Massimo Massimi e con tutti i Frati che si sono susseguiti in questa chiesa. Proprio in questa chiesa noi stiamo lanciando questa mattina un ulteriore messaggio di speranza, di fraternità, di solidarietà e soprattutto di amore verso tutti quei bambini che noi abbiamo conosciuto quel giorno del lontano 1991 e che continuiamo ad accogliere aprendo le porte delle nostre famiglie, delle nostre case, senza avere mai smesso di farlo. Avevamo fatto una promessa a San Giovanni Paolo II, (Papa Woytila), che non ci saremmo stancati di accogliere questi bambini nelle nostre case: io per primo dissi “Non mi stancherò di farlo”, e sono qui, 40 anni dopo, perché la mia missione nell’ex Unione Sovietica non è iniziata nel 1991, ma molti anni prima, quando ancora esisteva quell’Unione Sovietica e non la repubblica di Belarus, che nasce nel 1994. Quindi immaginate quanta vita, tempo, amore è stato rivolto verso questi bambini e verso la vostra patria, verso il vostro paese, che avevamo conosciuto quasi per caso, e che invece poi è diventato il nostro paese per eccellenza in quanto noi siamo diventati nel 2010 Organizzazione Non Governativa e ci è stato assegnato un ruolo ulteriore da spendere per quello che avevamo già realizzato in tutti i paesi del mondo che ci sono stati affidati dal nostro governo. A fianco della repubblica di Belarus abbiamo aggiunto la Palestina, l’Ecuador, il Brasile, il Congo; immaginate quanti paesi bisognosi di essere aiutati, bisognosi della nostra progettualità, della nostra cooperazione, del nostro sostegno e della nostra capacità di voler fare quello che i bambini bielorussi ci hanno insegnato, perché è attraverso il loro insegnamento che noi siamo nati, abbiamo continuato a svilupparci, ci siamo costruiti come organizzazione solidale, oggi riconosciuta ai massimi livelli dal nostro Paese e dai Paesi con i quali noi collaboriamo. Oggi noi andiamo a trattare con voi, con i vostri organismi nazionali, con il vostro governo; ecco perché questa mattina ho detto e mi permetto di poter dire al mio fratello Console: “Non seguiamo il protocollo, cerchiamo di vedere quali sono le reali esigenze del vostro popolo, del vostro Paese, ancor più colpito, oltre che dalla pandemia, da altri fatti che stanno sconvolgendo ognuno di voi. Sappiate che noi siamo vicini a voi, vi stiamo ascoltando, vi siamo vicini e anche se non vedete la nostra presenza fisica noi siamo lì con voi. Noi abbiamo continuato ad aiutarvi, materialmente e psicologicamente, perché anche questo è un aiuto importante, sapere che voi “fratelli” avete altri fratelli in un altro Paese così lontano da voi ma così vicino nel vostro vivere quotidiano, nel vostro crescere quotidianamente. Io ricordo, ho studiato lì da voi; siete voi che avete formato chi sta parlando qui in questo momento, siete voi che mi avete insegnato a parlare di fronte a tante persone, siete voi che mi avete insegnato ad ascoltare i bisogni della gente e che oggi ho la possibilità di aiutarla con le azioni della Fav e per questo vi ringrazio. Ma non ringrazierò coloro che mi hanno detto che non si poteva fare niente per quei bambini, ma quello Stato ora non esiste più. Oggi voi ne avete costruito un altro, ad immagine e somiglianza di quello che siete: non perdetelo, non perdete quello che avete costruito con fatica, quell’indipendenza, quella voglia di essere liberi e di urlarlo a tutti, con quei bambini che hanno vissuto nelle nostre famiglie, che sono cresciuti insieme a noi, che hanno acquisito gli ideali fondamentali e che vivono e con i nostri principi. Le nostre famiglie avevano paura della contaminazione di questi bambini, delle radiazioni; io sono convinto, e lo urlerò al mondo, che siamo noi che li abbiamo contaminati, e loro hanno fatto altrettanto con i nostri cuori, non con i nostri corpi, e allo stesso modo abbiamo fatto noi. E’ per questo che siamo qui dopo 40 anni a celebrare una Santa messa in ricordo di quello che è successo, in questa chiesa dove si è originato questo miracolo, a ripetere una promessa: che vi saremo a fianco fin quando riuscirete a riottenere quell’indipendenza, quella libertà, che faticosamente insieme a noi avete determinato. Sappiate che su di noi potete sempre e comunque contare. Ve lo dice la Fondazione Aiutiamoli a Vivere, che si chiama così perché è stata costituita, creata e alimenterà sempre e comunque questa speranza, perché i vostri volti non saranno mai cancellati. Quei bambini che oggi ricordiamo perché non ci sono più, il loro sguardo, la loro sofferenza, la loro richiesta di amore e di essere aiutati è ben scolpita nelle nostre menti e nei nostri occhi: non riusciamo più a dimenticare quei volti, anzi abbiamo messo a disposizione le nostre vite affinché quelle immagini non vengano più ripetute. Questa è la promessa che ci sentiamo di fare questa mattina e questa è la promessa sigillata da questo luogo sacro per l’Italia e per la Bielorussia, dove è nata quella scintilla, quella capacità dei Frati Minori Conventuali di capire una richiesta d’aiuto che poteva venire da un luogo dove ancora non arrivava questo messaggio di pace, di speranza e di fraternità francescana. Hanno saputo capire, ascoltare, mettersi a disposizione, aprire questa chiesa a questo messaggio. Immaginate la forza, la potenza di questo messaggio, che non è di Fabrizio Pacifici e della Fondazione Aiutiamoli a Vivere (che non esisteva, perché nasce l’anno dopo), ma era un grido forte che veniva dagli stessi bambini. Io ero solo latore del messaggio, di una richiesta, e se al termine di quella Messa uno sconosciuto che fa un appello si ritrova ad avere sulla porta della Chiesa 18 famiglie pronte a dare la propria disponibilità ad accogliere un bambino non sapendo chi sarebbe arrivato; un messaggio di 20 minuti, perché più di questo tempo Padre Vincenzo Bella non mi poteva dare. Eppure, da quelle 18 famiglie quel giorno nasce questo miracolo di 600.000 bambini salvati, di 350 associazioni italiane che si sono costituite dopo di noi, dopo aver raccontato e insegnato a tutti senza l’arroganza e la presunzione di dire che solo noi eravamo nel giusto. Lo abbiamo fatto senza mai tirarci indietro, senza mai andare a confliggere, sempre dicendo “per noi si fa così ma sia fatta sempre e comunque la volontà di Dio”. Questo è stato il messaggio forte e questo è il patto che questa mattina rinnoviamo insieme al governo bielorusso, perché la pandemia finirà e perché noi siamo pronti, ancora una volta, a essere al vostro fianco per continuare ad aiutare quei bambini. Il mio compito è quello di aiutare, di aiutarli a vivere, non ho altri compiti, e questo mi basta. Questo è il patto che oggi sugelliamo, perché tanti bambini ancora oggi ci chiedono di essere aiutati e perché ci sono tante famiglie italiane che ci ascoltano e sono pronte ad accoglierli come hanno sempre fatto. Grazie.

 

 

 

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